Flaminia Giovannelli, prima donna laica nominata sotto-segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ha fatto di recente le seguenti dichiarazioni per l’Osservatore Romano: “Ci sono alcuni ambiti ecclesiali in cui la donna eccelle, penso specialmente a quello della direzione spirituale. Se ricevere il sacramento della riconciliazione è essenziale per il cristiano perché lo riconcilia con Dio, la direzione spirituale è di importanza fondamentale per la sua vita: sapere razionalmente che il peccato ci è stato perdonato non equivale sempre a sentirsi perdonati. Quanto è importante l’aiuto di qualcuno per riconoscere e assecondare il piano che il Signore ha per ognuno di noi. E quante volte questo aiuto ci viene da una donna, proprio per la sensibilità e l’affettività che le sono propri”.
Leggendo queste parole, immediatamente mi sono ricordata delle amma del deserto, donne cristiane dei secoli IV e V, fondatrici di alcune delle prime comunità femminili, affinché la loro sapienza diventasse accessibile per un pubblico più ampio. Amma, termine utilizzato per designare una “madre spirituale”, è equivalente di abba, nome che viene dato al “padre spirituale”. Amma, dice Mary Forman, “fa riferimento alla capacità di diventare guida spirituale di altre persone e non è esplicitamente associato al ruolo delle badesse o superiore”.
Anche se la vita di queste madri del deserto è stata scoperta da poco, le loro biografie e le loro storie sono un gioiello di sapienza che rivela il ruolo fondamentale che esse hanno svolto nella fondazione del monachesimo. I loro nomi sono Maria Egiziaca, Sara, Teodora, Sincletica, Melania, Maria, sorella di Pacomio, Marcella, Macrina, sorella di Gregorio di Nissa, tra tante altre. Donne sagge, portatrici dello Spirito e studiose della Scrittura, le amma del deserto hanno messo le loro virtù e i loro doni al servizio altrui. Innamorate di Dio, del deserto e della preghiera, esse si sono rivelate delle autentiche guide spirituali per tutte le persone, uomini e donne, che ne avevano bisogno.
Questa è una eredità per tutte le donne di oggi, una eredità che dobbiamo conservare perché è parte della nostra storia nonché stimolo per l’avvenire.
Nuria Calduch-Benages, MN