Mulieres in Ecclesia. Storie di monache e bizzoche

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Raccolti gli studi di Mario Sensi sulla religiosità femminile tra XII e XV secolo
Le bizzoche che impreziosirono la Chiesa


È costituita da due volumi di grandi dimensioni l’opera Mulieres in Ecclesia. Storie di monache e bizzoche (Spoleto, Fondazione Centro Italiano degli Studi sull’Alto Medioevo, 2010, i-ii, pagine XX, 1342, euro 100), che raccoglie gli scritti di Mario Sensi, docente emerito di storia medievale alla Pontificia Università Lateranense, storico di vaglia e dotato di grande dedizione alla ricerca. Una vita intera di appassionato lavoro è infatti raccolta in queste pagine. La dedica è a Romana Guarnieri, medievista anch’essa e studiosa del misticismo femminile. Proprio lei ha guidato gli studi di Sensi, indicandogli un fertile campo di lavoro sulla linea di don Giuseppe De Luca, il quale pensava che la ricerca intellettuale dovesse utilmente far parte — per chi ne aveva le capacità — del ministero sacerdotale.

E per Sensi, in effetti, nel corso di molti anni così è stato, nel senso più immediato del termine: parroco di Colfiorito, nelle montagne dietro Foligno, ha riscoperto dimenticate e preziose cappelle campestri, di cui ha rivelato l’antico valore artistico e liturgico, restituendo così ai suoi parrocchiani un pezzo della loro storia religiosa, un legame antico con la loro identità cattolica.

Ma i saggi raccolti in questi due volumi riguardano, per lo più, le ricerche svolte sulla religiosità femminile dal XII al XV secolo nell’Italia centrale, secoli di grande vitalità religiosa fino ad allora poco o niente conosciuta. Si tratta di forme di vita religiosa spontanee, nate dal basso, dall’iniziativa delle donne stesse; un tipo di vita spirituale a cui Sensi riconosce caratteristiche particolari, perché «condotta nell’asprezza della solitudine e nella penitenza, fuori dalle forme istituzionali di una vita regolare». Un fenomeno presente in tutto il mondo cristiano ma che nell’Italia di quei secoli, e soprattutto nelle regioni centrali, ha assunto una consistenza e una profondità particolarmente interessanti, come rivela del resto la presenza fra loro di molte sante, da Chiara d’Assisi a Chiara da Montefalco e Angela da Foligno.

Il filo rosso che lega studi apparentemente diversi per epoca o localizzazione è il loro status di donne dedicate al Signore, un mondo variegato di persone consacrate ma senza voti solenni, una «vita regolare senza regola», con legami piuttosto labili con l’istituzione. Una condizione che le rendeva particolarmente idonee ad adattarsi ai bisogni di società in rapido cambiamento, e consentiva una libertà di movimento e di decisione, e di modalità di rapporto con Dio, che diedero frutti copiosi e interessanti. Assistenza ai bisognosi ma anche vita mistica e preghiere per la comunità rendevano queste donne amate e apprezzate dalla comunità di appartenenza, di cui spesso sapevano ravvivare la fede.

Ma una situazione così indefinita, così libera, presentava anche dei pericoli, colti dalla gerarchia che cercò di mettere ordine fra le tante e diverse iniziative con la bolla Periculoso, promulgata da Bonifacio VIII nel 1298. Lentamente, ma inesorabilmente, queste iniziative spontanee si trasformarono quindi in comunità monastiche di tipo tradizionale, che rispettavano la clausura e che erano poste sotto il controllo diretto di autorità religiose maschili.

Sensi ricostruisce questa storia con equilibrio e rara competenza, rendendo note pagine poco conosciute di vita femminile, tali da far scoprire l’importanza dell’iniziativa delle donne nella vita religiosa del mondo medievale, e così cambiandone in parte notevole l’immagine tradizionale.

Scrivere una storia locale che serve a ridiscutere e ridefinire quella generale, saper trasformare la ricerca in un rinnovamento spirituale del presente: ecco i grandi meriti di Mario Sensi, che i volumi fedelmente rappresentano. Non sono molti gli storici che possono vantare un simile risultato, insieme con una tale mole di lavoro svolto in modo davvero impeccabile.

Lucetta Scaraffia
© L’Osservatore Romano - 28 settembre 2011

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