Salvaguardare l’humanum, creato maschio e femmina

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Giovanni Paolo II scrisse la Lettera alle donne nel 1995, l’anno della IV Conferenza mondiale dell’ONU sulla donna, tenutasi a Pechino. Il Beato Giovanni Paolo II non volle farsi sfuggire l’opportunità di far udire la voce della Chiesa. In quell’anno, ripetutamente, propose acute riflessioni sulla dignità e la vocazione della donna, ad esempio nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace, agli Angelus o alle catechesi del mercoledì, nella Lettera ai sacerdoti del Giovedì Santo, nonché tramite un messaggio personale alla signora Gertrude Mongella, segretaria generale della IV Conferenza sulla donna e in un discorso ai membri della delegazione della Santa Sede inviata alla medesima Conferenza. L’insieme degli interventi del 1995 costituiscono un contributo essenziale nello sviluppo del Magistero pontificio recente sulla donna.

La Santa Sede ha preso parte alla Conferenza di Pechino con una propria delegazione. Il lascito di questa Conferenza, l’ultima dedicata alla donna, pone innumerevoli sfide che, alla scadenza dei quindici anni, vale la pena analizzare, tanto riguardo alle questioni aperte quanto per i confusi presupposti antropologici. Il nostro tempo infatti vede accrescersi proprio la confusione antropologica e richiede urgentemente orientamenti e chiarimenti in vista degli sviluppi futuri. La Chiesa, esperta in umanità,[1] sa che deve offrire al mondo la diaconia della verità sull’uomo, maschio e femmina, annunciandola e indicandola come luce per procedere nel tempo presente.

Pertanto il Pontificio Consiglio per i Laici si è rivolto a un gruppo di donne invitandole a rileggere il documento di Giovanni Paolo II per commentarlo alla luce delle sfide attuali, come pure per proporre un bilancio della Conferenza di Pechino. Abbiamo chiesto di pronunciarsi sui contenuti della Lettera che andrebbero meglio recepiti, quali il fondamento della dignità dell’uomo e della donna, il riconoscimento del “genio femminile” e altri temi. Riguardo alla Conferenza di Pechino, abbiamo chiesto di stilare un bilancio dei suoi frutti e un’analisi dell’influsso dell’ideologia del gender dal ’95 ad oggi. Le donne interpellate sono collaboratrici del nostro dicastero, membri e consultrici, donne che si occupano di questi temi nel quadro di un pensiero cristiano.[2] Il nostro ringraziamento va di tutto cuore alle donne che ci hanno inviato le loro validissime e profonde riflessioni, che testimoniano il desiderio di lavorare insieme per costruire un futuro migliore per le donne e gli uomini del nostro tempo.

Questo breve opuscolo è una sintesi dei contributi pervenuti al Pontificio Consiglio per i Laici. Il testo raccoglie le idee scaturite dalla collaborazione e le sintetizza, raccogliendo in un paragrafo a parte alcuni punti chiave. Ci auguriamo di aver approntato uno strumento utile per ulteriori approfondimenti, che raccoglie voci differenti che si arricchiscono a vicenda e vuole contribuire alla diagnosi dello status quaestionis sulla vocazione e missione della donna nella Chiesa e nella società. Si tratta di un sussidio aperto a ulteriori contributi; siamo infatti consapevoli di aver consultato un numero limitato di donne riguardo a un tema che interessa tutti coloro che, anche oltre i confini confessionali, si interrogano seriamente sul ruolo della donna nella società odierna.

 

[1] Cfr. Paolo VI, Lettera enciclica Populorum progressio, n. 13. Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla collaborazione dell'uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo, 31 maggio 2004, n. 1.

[2] In ordine alfabetico:

Mayé Agama Sánchez, peruviana, consacrata della Fraternità Mariana della Riconciliazione e responsabile delle comunicazioni della medesima Fraternità, tiene corsi per i giovani sull’ideologia del gender.

Helen Alvaré, statunitense, docente universitaria di Diritto, consultrice del Pontificio Consiglio per i Laici.

Ángela Aparisi, Spagnola, docente di filosofia del diritto nell’Università di Navarra, autrice di vari testi sulla complementarietà uomo-donna e l’ideologia del genere.

Paola Binetti, italiana, esperta di bioetica, parlamentare.

Nuria Calduch-Benages, MN, spagnola, docente di Sacra Scrittura alla Pontificia Università Gregoriana.

María Eugenia Cárdenas Cisneros, messicana, docente universitaria, coordinatrice del Centro de Derechos Humanos Universidad de Anahuac, membro della delegazione messicana a Pechino +10 e Pechino +15.

Blanca Castilla de Cortázar, spagnola, teologa e membro della Real Academia de Doctores de España.

Giulia Paola di Nicola, italiana, docente dell’Università di Chieti.

Aura Escudero, cilena, consacrata di Regnum Christi, educatrice di gruppi giovanili.

Pilar Escudero de Jensen, cilena, membro del Pontificio Consiglio per i Laici.

Anne Girault, francese, presidente di Femina Europa, rappresentante internazionale dell’UMOFC all’UNESCO y il Consiglio d’Europa.

Cristiana Habsburg-Lothringen, austriaca, membro del Pontificio Consiglio per i Laici.

Katarina Hulmanova, slovacca, membro del Pontificio Consiglio per i Laici.

Karen Hurley, statunitense, presidente generale dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (2006 – 2010)

Marguerite Peeters, belga, direttrice dell’Institute for Dialogue Dynamics.

Danuta Piekarz, polacca, consultrice del Pontificio Consiglio per i Laici.

Marta Rodríguez, spagnola, Direttrice dell’Istituto di Studi Superiori sulla Donna, Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, Roma.

Giorgia Salatiello, italiana, professoressa di Filosofia alla Pontificia Università Gregoriana.

Lucienne Sallé, francese, già responsabile della Sezione donna del Pontificio Consiglio per i Laici.

Sandra Sato, peruviana, consacrata della Fraternità Mariana della Riconciliazione e presidente della Asociación Cultural Círculo de Encuentro.

Catherine Soublin, francese, presidente di Caritas Francia, membro del Pontificio Consiglio per i Laici.

Maria Voce, italiana, presidentessa del Movimento dei Focolari, consultrice del Pontificio Consiglio per i Laici.

Magistero Pontificio

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