Oggi viene diffusa una falsa immagine di cristianesimo come di qualcosa che dice sempre “no!” all’uomo e ai suoi desideri più profondi. Niente di più falso! Cristo e il suo Vangelo, in realtà, sono un grande “sì” che Dio ha pronunciato per l’uomo, sono la garanzia più sicura della sua autentica libertà e della sua felicità. Per questo la fede è una scelta del tutto ragionevole! La fede non è un optional, un accessorio, ma un fattore determinante per la vita dell’uomo che dà il senso ultimo e definitivo all’esistenza umana... E le Gmg ci dicono, in sintesi: “Vale la pena essere cristiani! Vale la pena seguire Cristo nella vita!”.
Nel cuore stesso di ogni Giornata Mondiale della Gioventù c’è sempre Cristo - come una specie di centro di gravità... Nelle Gmg è Cristo che i giovani vogliono incontrare soprattutto nella persona e nella parola del Successore di Pietro, nelle catechesi pronunciate dai Vescovi, nelle celebrazioni eucaristiche, nell’adorazione eucaristica silenziosa, nel sacramento della riconciliazione e anche nella gioia dello stare insieme come fratelli... Per ogni giovane la Gmg è un momento di rinnovata scelta di Cristo come Maestro e Signore, come Amico e Guida a cui affidare tutta la vita...
E accanto alla scoperta di Cristo c’è la scoperta della Chiesa. Seguire Gesù nella fede vuol dire camminare con Lui nella comunione della Chiesa. Non si può separare Cristo dalla sua Chiesa! Perciò ogni Gmg è per molti giovani una lezione pratica di ecclesiologia; è un’esperienza concreta della realtà della Chiesa universale, del carattere planetario della fede in Cristo...
In Europa viviamo oggi una profonda e diffusa crisi della fede che penetra anche nella Chiesa. Il Santo Padre parla di un “cristianesimo stanco”, scoraggiato... È una realtà che preoccupa molto. In tale contesto, il Papa vede nelle Giornate Mondiali della Gioventù “una medicina contro la stanchezza del credere”, un “modo nuovo, ringiovanito, dell’essere cristiani”, una “nuova evangelizzazione vissuta”... Prima della Gmg di Colonia nel 2005, un giornalista ha chiesto a Papa Benedetto XVI: “Ormai i giovani da tutte le parti del mondo stanno arrivando a Colonia per la Gmg. Cosa Lei, Santità, vorrebbe dire a questi giovani soprattutto?”. La risposta del Santo Padre è stata breve, ma incisiva: “Vorrei convincere questi giovani che essere cristiani è bello!...”. Scoprire la bellezza dell’essere cristiani e la gioia di essere cristiani: penso che proprio qui si giochino le sorti della nuova evangelizzazione. Un cristianesimo triste è una contraddizione! Ed è proprio compito dei giovani testimoniare e far scoprire questa bellezza e questa gioia... E le Giornate Mondiali della Gioventù hanno in questo senso una importante missione da compiere nei nostri tempi. Il Papa dice: “La fede rende lieti a partire dal di dentro. È questa una delle esperienze meravigliose delle Giornate Mondiali della Gioventù”.[1] Grazie alla “generazione delle Gmg” sta nascendo oggi quel “modo nuovo di essere cristiani” auspicato da Benedetto XVI.
Ogni Gmg è un’importante semina della Parola di Dio. Ma ogni terreno seminato, per portare frutto, ha bisogno di essere coltivato con cura... Partecipare alle Giornate Mondiali della Gioventù significa assumersi la responsabilità delle sorti di tale semina. Sono trascorsi ormai diversi mesi dalla Gmg di Madrid e sono sicuro che tanti buoni frutti sono cresciuti nella vita di molti di coloro che hanno partecipato all’evento...
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[1] Benedetto XVI, Discorso del Santo Padre agli Em.mi Signori Cardinali, alla Curia Romana e alla Famiglia pontificia, per la presentazione degli auguri natalizi, in “L’Osservatore Romano”, 23 dicembre 2011, p. 8.
