Domenica 24 aprile, nel galoppatoio di Villa Borghese, cuore di Roma dove si svolgeva il "Villaggio per la terra, Roma in Mariapoli", papa Francesco è intervenuto a sorpresa alla manifestazione promossa da Earth Day Italia e dal Movimento dei Focolari.
Sorpresa, commozione, gioia, speranza: tante le sensazioni e le emozioni che hanno pervaso i presenti in questo angolo verde dedicato alla promozione della natura, dell'ecologia, ma anche all'apertura, alla fraternità, alla solidarietà.
Il deserto, ha detto il papa, «è brutto». Non solo quello che c'è nel cuore di tutti noi, nella città, nelle periferie, nei quartieri abbandonati, ma anche il deserto che si può trovare nei "quartieri protetti". «Lì anche - ha detto - c'è deserto, ma non dobbiamo avere paura». Bisogna «andare al deserto per trasformarlo in foresta! Andare ad asciugare lacrime perché possano sorridere».
L'amicizia sociale, ha spiegato il papa, si deve fare innanzi tutto con il perdono, con la vicinanza ad un problema, ad una difficoltà, ad un conflitto. Ma l'amicizia sociale si fa anche con la gratuità. «Gratuità che si impara con il gioco, con lo sport, con l'arte, con la gioia di essere insieme, con l'avvicinamento. Gratuità – ha sottolineato Francesco - è la parola chiave che fa che io dia la mia vita per andare con gli altri, per fare che questo deserto divenga foresta». Tutti, ha concluso il papa, «abbiamo qualcosa in comune: tutti siamo umani e in quell'umanità ci avviciniamo per lavorare insieme, rispettarci, così vedremo questo miracolo. Il miracolo di un deserto che diviene foresta».
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