Il Pontificio Consiglio per i Laici partecipa alla Messa a Santa Marta con il Santo Padre

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10 giugno 2013

Lunedì 10 giugno 2013 i Superiori e gli Officiali del Pontificio Consiglio per i Laici hanno preso parte alla Santa Messa presieduta dal Santo Padre Francesco nella casa Santa Marta.

Al termine della celebrazione Papa Francesco ha salutato ad uno ad uno tutti i partecipanti scambiando con ognuno alcune parole di saluto.

E' stato per tutti noi un momento di grande gioia e di profonda comunione con il successore di Pietro.

Riportiamo la cronaca di Radio Vaticana 

Il Papa: le Beatitudini non sono un mero elenco, per capirle bisogna aprire il cuore

2013-06-10 Radio Vaticana

La vera libertà nasce dall’aprire la porta del cuore al Signore: è quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha affermato che la salvezza è vivere nella consolazione dello Spirito Santo, non nella consolazione dello spirito del mondo. Alla Messa - concelebrata dal cardinale Stanislaw Rylko, da mons. Josef Clemens e da mons. George Valiamattam, arcivescovo indiano di Tellicherry - ha preso parte un gruppo di sacerdoti e collaboratori del Pontificio Consiglio per i Laici. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Cos’è la consolazione per un cristiano? Papa Francesco ha iniziato la sua omelia osservando che San Paolo, all'inizio della seconda Lettera ai Corinzi, utilizza numerose volte la parola consolazione. L’Apostolo delle Genti, ha aggiunto, “parla ai cristiani giovani nella fede”, persone che “hanno incominciato da poco la strada di Gesù”, E insiste proprio su questo, anche se “non erano tutti perseguitati”. Erano persone normali, “ma avevano trovato Gesù”. Proprio questo, ha affermato, “è un cambiamento di vita tale che era necessaria una forza speciale di Dio” e questa forza è la consolazione. La consolazione, ha detto ancora, “è la presenza di Dio nel nostro cuore”. Ma, ha avvertito, perché il Signore “sia nel nostro cuore, è necessario aprire la porta”, è necessaria la nostra “conversione”:

“La salvezza è questo: vivere nella consolazione dello Spirito Santo, non vivere nella consolazione dello spirito del mondo. No, quella non è salvezza, quello è peccato. La salvezza è andare avanti e aprire il cuore, perché venga questa consolazione dello Spirito Santo, che è la salvezza. Ma non si può negoziare un po’ di qua e un po’ di là? Fare un po’ una macedonia, diciamo, no? Un po’ di Spirito Santo, un po’ di spirito del mondo... No! Una cosa o l’altra”.

Il Signore, ha proseguito, lo dice chiaramente: “Non si possono servire due padroni: o si serve il Signore o si serve li spirito del mondo”. Non si possono “mischiare”. Ecco allora che, quando siamo aperti allo Spirito del Signore, possiamo capire la “nuova legge che il Signore ci porta”: le Beatitudini, di cui narra il Vangelo odierno. Queste Beatitudini, ha soggiunto, “soltanto si capiscono se uno ha il cuore aperto, si capiscono dalla consolazione dello Spirito Santo”, mentre “non si possono capire con l’intelligenza umana soltanto”:

“Sono i nuovi comandamenti. Ma se noi non abbiamo il cuore aperto allo Spirito Santo, sembreranno sciocchezze. ‘Ma, guarda, essere poveri, essere miti, essere misericordiosi non sembra una cosa che ci porti al successo’. Se non abbiamo il cuore aperto e se non abbiamo gustato quella consolazione dello Spirito Santo, che è la salvezza, non si capisce questo. Questa è la legge per quelli che sono stati salvati e hanno aperto il loro cuore alla salvezza. Questa è la legge dei liberi, con quella libertà dello Spirito Santo”.

Uno, ha detto Papa Francesco, “può regolare la sua vita, sistemarla su un elenco di comandamenti o procedimenti”, un elenco “meramente umano”. Ma questo “alla fine non ci porta alla salvezza”, solo il cuore aperto ci porta alla salvezza. Ha così rammentato che tanti erano interessati a “esaminare” la “dottrina nuova e poi litigare con Gesù”. E ciò accadeva perché “avevano il cuore chiuso nelle loro cose”, “cose che Dio voleva cambiare”. Perché, dunque, si chiede il Papa, ci sono persone che “hanno il cuore chiuso alla salvezza?” Perché, è la sua risposta, “abbiamo paura della salvezza. Abbiamo bisogno, ma abbiamo paura”, perché quando viene il Signore “per salvarci dobbiamo dare tutto. E comanda Lui! E di questo abbiamo paura”, perché “vogliamo comandare noi”. E ha aggiunto che, per capire “questi nuovi comandamenti”, abbiamo bisogno della libertà che “nasce dallo Spirito Santo, che ci salva, che ci consola” e “dà la vita”:

“Possiamo oggi chiedere al Signore la grazia di seguirlo, ma con questa libertà. Perché se noi vogliamo seguirlo con la nostra libertà umana soltanto, alla fine diventeremo ipocriti come quei farisei e sadducei, quelli che litigavano con Lui. L’ipocrisia è questo: non lasciare che lo Spirito cambi il cuore con la sua salvezza. La libertà dello Spirito, che ci dà lo Spirito, anche è una sorta di schiavitù, una ‘schiavitù’ al Signore che ci fa liberi, è un’altra libertà. Invece, la libertà nostra soltanto è una schiavitù, ma non al Signore, ma allo spirito del mondo. Chiediamo la grazia di aprire il nostro cuore alla consolazione dello Spirito Santo, perché questa consolazione, che è la salvezza, ci faccia capire bene questi comandamenti. Così sia!"

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