I vescovi di New Jersey e Pennsylvania in visita al dicastero

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Il 6 dicembre 2011 il nostro dicastero ha accolto i vescovi della terza regione ecclesiastica degli Stati Uniti d’America (New Jersey e Pennsylvania) in visita ad limina Apostolorum. Mons. Myers, arcivescovo di Newark, a nome dei 21 vescovi che componevano la delegazione, ha definito il laicato “una benedizione e un segno di speranza”. Il presule ha illustrato le iniziative per la formazione dei laici, in particolare il lavoro con i giovani; ha inoltre ricordato la promozione della pari dignità tra uomo e donna e la cura degli anziani. I laici vengono coinvolti nella pastorale e la loro corresponsabilità nelle diocesi e parrocchie è una realtà. Mons. Myers ha indicato anche alcune sfide: innanzitutto l’urgenza di trovare un equilibrio tra le aspirazioni dei laici, desiderosi di partecipare sempre più attivamente alla vita e all’amministrazione della Chiesa, e l’esigenza che ciò avvenga nel rispetto del Magistero, come anche la necessità di rendere più incisiva la presenza dei laici nel mondo del lavoro, della politica, dell’economia e della cultura. Alcuni vescovi hanno rilevato il rischio di clericalizzazione dei laici – cattivo antidoto contro il trusteeism (gestione della parrocchia regolamentata dallo Stato) – mentre altri hanno posto il problema dell’assenza, in alcune parrocchie, di strutture collegiali, come i consigli pastorali. Rispondendo ai vescovi, il Cardinale Rylko ha richiamato 3 punti essenziali dell’insegnamento di Benedetto XVI sulla la vocazione e la missione dei laici: la centralità di Dio; la questione dell’identità cristiana e la bellezza della fede. Perché i laici possano assolvere la loro missione, devono riscoprire la centralità di Dio nella loro vita. In una società “liquida”, priva di punti di riferimento, un mondo di identità confuse, la pastorale ha il compito di accompagnare i fedeli alla riscoperta della loro identità di battezzati per poter coniugare con coerenza fede e vita secondo la loro specifica “indole secolare”. La fede deve recuperare la sua dimensione di gioia e di bellezza, senza la quale la verità del Vangelo perde la sua attrattiva. Per scongiurare il rischio di clericalizzazione dei laici, sua Eminenza è tornato ad insistere sull’urgenza della formazione, perché sia chiara la natura della missione dei laici, che non è sovrapponibile a quella dei sacerdoti, ma concorre all’edificazione dell’unica Chiesa e alla santificazione del mondo. Circa la questione dei consigli pastorali, il cardinale ha auspicato una maggiore collegialità: i laici dovrebbero assumere le responsabilità che a loro competono, mentre i Pastori non dovrebbero dimenticare che, prima di essere guide, sono cristiani in cammino. Ha anche ricordato come l’istituzione dei consigli economici e pastorali sia obbligatoria (CIC 536 e 537). In conclusione, di fronte ai difficili momenti attraversati dalla Chiesa americana a causa degli scandali causati da alcuni sacerdoti, il cardinale ha sottolineato due motivi di speranza: le Giornate Mondiali della Gioventù e la nuova stagione aggregativa dei fedeli laici. Riguardo alle GMG, ha lodato l’impegno dei vescovi americani che, a ogni appuntamento, preparano una folta delegazione di giovani che hanno così l’occasione di sperimentare il vero volto della Chiesa, guida sicura e non minaccia. Il cardinale ha infine ricordato come diverse associazioni, movimenti e nuove comunità sono nati negli Stati Uniti, in particolare il movimento carismatico, che conta oggi milioni di aderenti in tutto il mondo. Un bel dono per la Chiesa universale!

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