Si è svolta dal 20 al 22 maggio 2010, presso Villa Aurelia a Roma, la XXIV Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici sul tema: “Testimoni di Cristo nella comunità politica ”. Con l’ampia panoramica sulle sfide e sui temi più attuali concernenti l’impegno dei cristiani nell’agone politico, fornita nel suo intervento introduttivo, S.Em. il cardinale Stanisław Ryłko presidente del Pontificio Consiglio per i Laici ha messo in evidenza l’attualità di questo tema e l’urgenza di affrontarlo. Il cardinale si è infatti soffermato sulla necessità di riaffermare i limiti della politica contro il rischio della sua assolutizzazione; sull’urgenza di custodire e difendere i principi etici a salvaguardia di ogni uomo; sulla riscoperta della carità nella politica per fondare la vera “ civiltà dell’amore ”.
È seguita la relazione del prof. Lorenzo Ornaghi, politologo e rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal titolo “ Politica e democrazia oggi: status quaestionis”, che ha incentrato l’attenzione sui rapporti tra democrazia, Stato e politica e sulla ricchezza del patrimonio della dottrina sociale della Chiesa in opposizione alla politica ideologica. Il rettore dell’Università Cattolica ha concluso il suo intervento con un richiamo a farsi interpreti di quello slancio creativo tanto caro al Papa Benedetto XVI, che nasce dal rapporto tra cultura e politica e apporta novità se pregno di spirito autenticamente cristiano, auspicando che i giovani agiscano nell’agone politico con realismo e passione, ispirati a valori cristiani creduti, praticati e generatori di bene comune.
Nel pomeriggio di giovedì hanno aggiunto il loro autorevole contributo il cardinale Camillo Ruini e l’arcivescovo mons. Rino Fisichella. Nel suo intervento “Chiesa e comunità politica: alcuni punti fermi ”, il cardinale Ruini ha enunciato i principi basilari del magistero sul tema, in particolare quelli trattati nella Gaudium et spes e nella Dignitatis humanae, sottolineandone l’attualità e i contenuti fondamentali soprattutto in rela- zione al rapporto comunità politica-Chiesa e alla libertà religiosa. Ha illustrato i principi dell’enciclica Centesimus annus di Giovanni Paolo II, che esplicita l’apprezzamento per l’autentica democrazia e quelli della Deus caritas est di Benedetto XVI, che evidenzia come Chiesa e Stato siano realtà distinte, ma in reciproca relazione in merito al comune servizio che debbono rendere alla realizzazione di giustizia e carità per gli uomini. L’arcivescovo mons. Fisichella, già ospite del dicastero in precedenti occasioni, nel suo intervento dal titolo “ La responsabilità dei fedeli laici nella politica ” ha affrontato i temi più importanti che interpellano oggi i cattolici nel mondo della politica: la sfida costituita dalla mancanza di ricerca di quella verità, che unica può coniugare il bene personale e quello della comunità; la responsabilità della formazione delle giovani leadership, che è parte dell’emergenza educativa cui Benedetto XVI ci richiama costantemente; la centralità delle questioni legislative nazionali e internazionali su tematiche bioetiche. Nelle sue considerazioni ha tratteggiato le caratteristiche del cattolico in politica, che con umiltà deve riconoscere il proprio impegno come autentica vocazione, deve essere uomo di spiritualità e di preghiera, credibile e con una vita coerente, che lo renda testimone della fede. Sottolineava infine la rilevanza dell’inserimento del cattolico che si dedichi alla politica nella comunità cristiana, nella quale trova il significato della propria identità e il necessario sostegno alla propria missione.
La giornata di venerdì si è aperta con un’interessante tavola rotonda, dove hanno portato la propria testimonianza Josep Miró i Ardèvol, presidente del portale cattolico “E-cristians ” e impegnato attivamente in politica, Savino Pezzotta, deputato al Parlamento italiano e Roberto Formigoni, governatore della regione Lombardia. Il primo ha incentrato l’attenzione sulla necessità che l’azione del cattolico in politica sia la manifestazione della carità cristiana e sia ispirata alla dottrina sociale della Chiesa, coerente con la fede, mettendo a servizio del bene comune competenza professionale, rigore morale e capacità culturale. Sottolineava, inoltre, la necessità di un progetto culturale e formativo internazionale di riferimento finalizzato alla crescita di nuovi leader. Nell’esperienza di Savino Pezzotta, il cattolico deve centrare la propria testimonianza a partire dall’appartenenza non al partito, ma alla Chiesa, alla comunità ecclesiale, aderendo ai principi della dottrina sociale come applicazione permanente del Vangelo nella storia, vivendo la fede come fatto pubblico, con sincerità, operando concretamente per il bene comune secondo la carità evangelica, specie in campo sociale, ispirandosi al Magistero, disposto a pagare di persona, a lasciare il proprio ruolo, dando spazio ai giovani e impegnandosi per la loro formazione. Roberto Formigoni ha ricordato come il fatto cristiano abbia intrinsecamente una dimensione politica, dimostrata da duemila anni di impegno sociale e costruzione di bene comune. Ha sottolineato come la comunità cristiana debba generare vocazioni alla politica e educare all’impegno pubblico i propri figli, affinché, attraverso la loro fede innovativa e creativa, essi difendano quanto costruito in una lunga tradizione e continuino ad offrire il proprio servizio per ogni uomo, oggi soprattutto attraverso la messa in pratica del principio di sussidiarietà, sostituendo la centralità degli apparati statali con quella della persona, della famiglia e dei ceti sociali intermedi.
La mattina è culminata nell’udienza che il Santo Padre ha concesso ai partecipanti alla Plenaria, di cui si legge a parte.
I lavori del pomeriggio sono ripresi con la conferenza del prof. Andrea Riccardi, su “Cosa ci dicono oggi le grandi figure di cristiani nella storia della politica? ”, che ha ripercorso con un’avvincente ricostruzione la storia della Chiesa nel secolo scorso, secolo del martirio, che ha visto grandi figure di uomini cattolici impegnati nella società e nella vita pubblica: don Luigi Sturzo, Eduardo Frei, Alcide De Gasperi, Robert Schuman, Leopold Sèdar Senghor, Julius Nyerere, Dag Hammarskjöld, Lech Wałęsa. Ci ha condotto in un viaggio attraverso la memoria e tanti luoghi del mondo, sottolineando come alla base della fioritura di tanti testimoni di Cristo nella vita sociale e politica vi sia un “movimento ” radicato a livello popolare, creativo, fondato sulla forza della gente e del popolo, che rappresenta la comunità di provenienza e di appartenenza.
La giornata di sabato 22 maggio ci ha riuniti nel segno dello sguardo verso il futuro dei cattolici in politica e si è aperta con la voce del prof. Guzmán Carriquiry, che ha illustrato “Criteri e modalità per la formazione dei fedeli laici all’impegno politico ”. Il sottosegretario del dicastero ha richiamato tutti a considerare, alla luce delle parole del Pontefice, come l’urgenza di formare una nuova generazione di cattolici impegnati in politica significhi dar vita, dalle acque battesimali, a cristiani che riscoprano la dignità, la bellezza, la gratitudine, la gioia e la responsabilità della loro vocazione, diventando protagonisti della vita pubblica e della società. Essi, nelle parole del prof. Carriquiry, sono chiamati a rispondere alla propria vocazione vivendo nella comunione della Chiesa, facendo reale esperienza della fede vissuta e rendendone testimonianza attraverso la costruzione della comunità umana e del bene comune, per dar luogo alla “ rivoluzione dell’amore ” con spirito di vera carità cristiana. Richiamando l’importanza fondamentale della dottrina sociale, indicava come strada formativa privilegiata quella dell’appartenenza a comunità cattoliche vive, quali associazioni e movimenti ecclesiali, che offrono identità cristiana, alimento spirituale e sostegno nella difficoltà.
Dopo la sintesi conclusiva dei lavori su questa prima parte dell’Assemblea, offerta dal cardinale Stanisław Ryłko, mons. Josef Clemens, Segretario del dicastero, ha tracciato le proposte di programma del Pontificio Consiglio per i Laici per l’avvenire con un bilancio di quanto fatto in vari fronti nel corso di questi ultimi mesi, come si può leggere nell’articolo che segue. L’attualità del tema proposto per questa Assemblea ha suscitato il vivo interesse di membri e consultori, che hanno partecipato con passione, contribuendo in modo proficuo, negli ampi spazi di discussione, nei momenti di pausa e di condivisione, ad arricchire il dibattito e lo scambio di idee, attraverso le loro testimonianze di cristiani impegnati nella vita della Chiesa e provenienti da Paesi e culture rappresentative del mondo intero.