Prefazione del Card. Stanisław Ryłko

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Una linea costante nella vita della Chiesa

La fioritura di aggregazioni laicali, caratteristica dei nostri giorni, non è un fatto inedito nella vita della Chiesa. Come ha affermato Giovanni Paolo II, lungo i secoli « assistiamo continuamente al fenomeno di gruppi più o meno vasti di fedeli, i quali, per un impulso misterioso dello Spirito, furono spinti spontaneamente ad associarsi allo scopo di perseguire determinati fini di carità o di santità, in rappporto ai particolari bisogni della Chiesa nel loro tempo o anche per collaborare nella sua missione essenziale e permanente ».Basta un brevissimo sguardo alla storia della Chiesa per cogliere la portata dell’opera di questi sodalizi in momenti cruciali della sua esistenza e per rendersi conto della ricchezza di carismi che in ogni tempo hanno generato movimenti laicali di rinnovamento della vita cristiana. Già lo sviluppo del monachesimo nel primo Millennio e la nascita degli ordini mendicanti nel basso Medioevo attestano l’azione dei laici. Nel Cinquecento, prima e dopo il Concilio di Trento, nell’alveo della corrente di riforma della Chiesa, si afferma una vasta rete di realtà laicali, tra le quali hanno un ruolo di primo piano le confraternite, gli oratori, le congregazione mariane. Nella seconda metà dell’Ottocento vedono la luce le conferenze vincenziane del beato Federico Ozanam, l’apostolato cattolico di san Vincenzo Pallotti, l’opera educativa di san Giovanni Bosco e l’opera sociale del beato Adolph Kolping, per non citare che solo alcune delle tante esperienze associative nate in quel periodo e che confluiranno nel movimento cattolico con finalità sociali, fortemente incoraggiato da Leone XIII. Risale alla stessa epoca la nascita dell’Azione Cattolica, che si svilupperà soprattutto sotto il pontificato di Pio XI e dalla quale avranno origine realtà aggregative specializzate per fasce di età e per ambienti. Nei primi decenni del ventesimo secolo si assiste alla progressiva diffusione di numerose organizzazioni internazionali cattoliche, che coprono una vasta area di campi di azione che va dalla famiglia alle attività professionali, investendo i settori dell’educazione, della cultura, della politica, delle comunicazioni sociali, della carità e della promozione umana.

In tempi più recenti il Concilio Vaticano II, riconoscendo con rinnovato vigore la dignità e la responsabilità che competono al cristiano in virtù del proprio battesimo, non solo dà vigoroso impulso a tutto l’associazionismo laicale, ma fa emergere carismi nuovi e nuove forme di aggregazioni che vanno sotto il nome di movimenti ecclesiali e nuove comunità. Nella Christifideles laici, a vent’anni dal Concilio, è proprio a questo che fa riferimento Giovanni Paolo II quando scrive che ultimamente « il fenomeno dell’aggregarsi dei laici tra loro è venuto ad assumere caratteri di particolare varietà e vivacità [dando vita a] una nuova stagione aggregativa dei fedeli laici [nella quale] accanto all’associazionismo tradizionale, e talvolta dalle sue stesse radici, sono germogliati movimenti e sodalizi nuovi, con fisionomia e finalità specifiche: tanta è la ricchezza e la versatilità delle risorse che lo Spirito Santo alimenta nel tessuto ecclesiale, e tanta è pure la capacità di iniziativa e la generosità del […] laicato ».Il Papa individua nei movimenti uno dei frutti più significativi della primavera della Chiesa sbocciata dal Concilio Vaticano II, un « motivo di speranza per la Chiesa e per gli uomini » del nostro tempo, un’opera dello Spirito che costituisce la Chiesa come flusso di vita nuova, che scorre dentro la storia degli uomini. In un mondo sempre più secolarizzato, nel quale la fede viene messa a dura prova e non di rado soffocata e spenta, i movimenti e le nuove comunità, portatori di una novità inattesa e dirompente, sono la « risposta, suscitata dallo Spirito Santo, a questa drammatica sfida di fine millennio, [una] risposta provvidenziale ». Nel pensiero di Giovanni Paolo II, dinanzi alle associazioni laicali nella Chiesa si profila quindi una tappa ricca di attese e di speranze.

 

Importanza delle associazioni laicali nella missione della Chiesa

Alla luce della rinnovata coscienza che la Chiesa ha di sé come mistero di comunione missionaria, il Concilio Vaticano II, dopo aver richiamato i fedeli laici al dovere e alla insostituibilità dell’apostolato individuale che « è la prima forma e la condizione di ogni apostolato dei laici »,sottolinea l’importanza delle forme organizzate dell’apostolato laicale,che non solo corrispondono alla natura sociale della persona umana, ma sono « segno della comunione e dell’unità della Chiesa in Cristo ».Nel rilevare la maggiore efficacia operativa dell’azione comune garantita dall’apostolato associato, sia nel sostegno e nella formazione dei membri sia nell’ottenimento di frutti più abbondanti, il Concilio afferma, poi, che «l’impegno universale […] della missione della Chiesa, tenuto conto ad un tempo del progredire delle istituzioni e del rapido evolversi della società odierna, richiede che le iniziative apostoliche dei cattolici perfezionino sempre più le forme associate in campo internazionale»,che vanno rafforzate a motivo del contributo che apportano non solo alla edificazione della comunità dei popoli nella pace e nella fratellanza, ma pure alla formazione della coscienza di una responsabilità e solidarietà universale.

Nella trattazione delle associazioni dei fedeli, che stabilisce anche la distinzione tra associazioni pubbliche e associazioni private e le condizioni per il loro riconoscimento o per la loro erezione,il Codice di Diritto Canonico conferma « la libertà dei fedeli di fondare e di dirigere associazioni che si propongano un fine di carità o di pietà, oppure associazioni che si propongano l’incremento della vocazione cristiana nel mondo ».Così facendo, il Codice ribadisce l’insegnamento del Concilio Vaticano II, il quale afferma esplicitamente che « salva la dovuta relazione con l’autorità ecclesiastica, i laici hanno il diritto di creare e guidare associazioni, e iscriversi a quelle fondate ».Questo diritto e la libertà associativa che ne deriva non dipendono da una benevola concessione dei Pastori, ma sono radicati nella natura della persona umana e scaturiscono dalla realtà ontologica del sacramento del Battesimo, che costituisce la fondamentale uguaglianza di tutti i membri del popolo di Dio, “creature nuove” (cfr. 2 Cor 5,17) innestate in Cristo e animate dallo Spirito Santo. Proprio in quanto diritto dei battezzati, questa libertà va dunque esercitata sempre in sintonia con l’ecclesiologia di comunione richiamata dalla Christifideles laici, che presenta la Chiesa come comunione organica di vocazioni, ministeri, servizi, carismi e responsabilità in tutta la loro diversità e complementarità.E va esercitata sotto la paterna vigilanza dei Pastori, deputati al discernimento dei carismi e al riconoscimento o alla erezione delle associazioni di fedeli.

Giovanni Paolo II, del resto, ha sottolineato a più riprese che « nella Chiesa non c’è contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica, di cui i movimenti sono un’espressione significativa, [e che] ambedue sono co-essenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù, perché concorrono insieme a rendere presente il mistero di Cristo e la sua opera salvifica nel mondo ».I carismi, in quanto dono dello Spirito Santo alla Chiesa per renderla sempre più idonea a compiere la sua missione nel mondo, devono essere dunque accolti con gratitudine, accompagnati e favoriti nel loro sviluppo.E il riconoscimento canonico, che essi ricevono dall’autorità ecclesiastica competente, viene a confermare la validità della loro proposta come cammino autentico verso la santità della vita personale e comunitaria. È per questa ragione che discernimento e riconoscimento devono avvenire alla luce dei chiari « criteri di ecclesialità » elencati nella Christifideles laici e che qui vale la pena ricordare brevemente: il primato dato alla vocazione di ogni cristiano alla santità, la responsabilità di confessare la fede cattolica, la testimonianza di una comunione salda e convinta con il Successore di Pietro e con il proprio Vescovo, la conformità e la partecipazione al fine apostolico della Chiesa, l’impegno di una presenza nella società umana.Questi criteri, che «trovano la loro verifica nei frutti concreti che accompagnano la vita e le opere delle diverse forme associative», sono orientamenti fondamentali per l’opera di discernimento dei Pastori e preziosi indicatori di strada per associazioni e movimenti, significativamente invitati dal Papa a intraprendere e percorrere la via della «maturità ecclesiale».

 

Natura e finalità del Repertorio

Il Repertorio ha la sua genesi nell’invito che, nella Christifideles laici, Giovanni Paolo II rivolge al Pontificio Consiglio per i Laici di preparare un elenco delle associazioni che ricevono l’approvazione ufficiale della Santa Sede. In considerazione della ricchezza di carismi e di forme che caratterizza la vita associativa dei laici nella Chiesa di oggi il Dicastero, nel rispondere alla richiesta del Papa, matura l’idea di pubblicare un Repertorio delle associazioni internazionali di fedeli che presenti un quadro – per quanto possibile completo e aggiornato – del fenomeno associativo all’interno del vasto e variegato mondo del laicato cattolico.

Il progetto prende le mosse nell’aprile del 2000 con l’invio alle associazioni internazionali di fedeli in contatto con il Dicastero di un modulo, che dovrà servire loro di traccia per la compilazione di una scheda informativa sulla propria realtà. Alla fase di raccolta delle schede trasmesse al Consiglio, con modalità e tempi diversi, dalle associazioni che hanno aderito alla richiesta, è quindi seguita quella di una laboriosa opera di redazione, necessaria non solo per comporre in modo omogeneo le informazioni ricevute, ma in molti casi anche per chiarire, precisare e completare i dati forniti. Particolare cura è stata posta nell’esplicitare i carismi che sono all’origine delle realtà ecclesiali presenti nel Repertorio e nel salvaguardare sempre i concetti e le parole chiave che ne caratterizzano l’esperienza.

Questo Repertorio, nel quale figurano 122 associazioni di fedeli, è la prima pubblicazione del Pontificio Consiglio per i Laici che presenta in modo così ampio e sistematico le aggregazioni del laicato cattolico contemporaneo. Data la varietà delle forme associative e dei profili giuridico-statutari, è opportuno chiarire che nel volume compaiono associazioni a diffusione internazionale – distinte dagli istituti di vita consacrata e dalle società di vita apostolica – nelle quali « i fedeli sia laici, sia chierici e laici insieme, tendono mediante l’azione comune, all’incremento di una vita più perfetta, o alla promozione del culto pubblico o della dottrina cristiana, o ad altre opere di apostolato, quali sono le iniziative di evangelizzazione, [l’]esercizio di opere di pietà o di carità, [l’]animazione dell’ordine temporale mediante lo spirito cristiano ». Vi sono altresì inserite associazioni internazionali con una particolare vocazione ecumenica e/o interreligiosa, nelle  quali prevale la componente cattolica. Nel volume non figurano invece quelle associazioni che, sebbene in contatto con il Pontificio Consiglio per i Laici, dipendono giuridicamente da altri dicasteri della Curia romana (quali, la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, la Congregazione per il Clero, la Congregazione per  l’Evangelizzazione dei Popoli) e le aggregazioni che operano esclusivamente in ambito diocesano o nazionale.

A ciascuna associazione presentata nel volume corrisponde una scheda, nella quale sono riportati la denominazione ufficiale, l’eventuale denominazione corrente e sigla (accanto alla quale, quando è il caso, figura la denominazione ufficiale nella lingua originale), l’anno di fondazione, la storia, l’identità, la struttura, la diffusione, le opere, le pubblicazioni, i siti Internet, i recapiti delle sedi centrali, i loghi. Nelle schede sono omesse le voci per le quali non sono pervenuti dati. Per quanto riguarda gli indirizzi delle sedi centrali, si segnala che per statuto diverse associazioni adottano i recapiti dei componenti le équipe di responsabili rinnovate periodicamente e che, pertanto, alcuni potrebbero non essere più validi al momento della pubblicazione del Repertorio. In questi casi, può risultare utile ricorrere ai siti Internet delle associazioni in questione. Le schede sono in ordine alfabetico, secondo la versione italiana delle denominazioni ufficiali salvo rari casi in cui la traduzione sarebbe risultata forzata. Tenuto conto della dinamicità del fenomeno associativo, questa edizione del Repertorio sarà aggiornata periodicamente.

Il Repertorio delle associazioni internazionali di fedeli è destinato ai pastori della Chiesa, ai quali si offre come strumento dal quale attingere informazioni utili per una prima conoscenza delle diverse aggregazioni laicali e come pratico sussidio per l’esercizio del loro ministero; alle stesse associazioni di fedeli, come stimolo a una più approfondita conoscenza reciproca in uno spirito di comunione ecclesiale; a quanti vogliano in qualche modo avvicinarsi al mondo dell’associazionismo cattolico o approfondirne la conoscenza.

Giovanni Paolo II, nel ribadire l’urgenza di una nuova evangelizzazione, richiama costantemente al ruolo che in quest’opera hanno le « varie realtà aggregative che, sia nelle forme più tradizionali, sia in quelle più nuove dei movimenti ecclesiali, continuano a dare alla Chiesa una vivacità che è dono di Dio ».(23) Il Pontificio Consiglio per i Laici nutre fiducia che questo Repertorio contribuisca a darne testimonianza.

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