Radio Vaticana - La mattina del 22 novembre, nel ricevere in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico i dirigenti e gli atleti delle Nazioni di Rugby di Argentina e Italia, il Papa ha affermato che il rugby "è uno sport molto simpatico (...) è uno sport duro, c’è molto scontro fisico, ma non c’è violenza, c’è grande lealtà, grande rispetto. Giocare a rugby è faticoso, 'non es un paseo', non è una passeggiata! E questo penso che sia utile anche a temprare il carattere, la forza di volontà".
"Ecco, nel rugby - ha continuato il Pontefice - si corre verso la 'meta'! Questa parola così bella, così importante, ci fa pensare alla vita, perché tutta la nostra vita tende a una meta; e questa ricerca, ricerca della meta, è faticosa, richiede lotta, impegno, ma l’importante è non correre da soli! Per arrivare bisogna correre insieme, e la palla viene passata di mano in mano, e si avanza insieme, finché si arriva alla meta. E allora si festeggia!".
"Forse questa mia interpretazione non è molto tecnica - ha detto il Papa - ma è il modo in cui un vescovo vede il rugby! E come vescovo vi auguro di mettere in pratica tutto questo anche fuori dal campo, metterlo in pratica nella vostra vita".